• 14 APR 18
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    L’AMNESIA GLOBALE TRANSITORIA : UN IMPROVVISO BLACK-OUT ANCORA NON PERFETTAMENTE CHIARITO

    L’amnesia globale transitoria( AGT ) può essere definita come una sindrome neurologica ad inizio improvviso e caratterizzata dall’impossibilità di registrare e quindi di rievocare quanto avviene da quel momento in poi : la conseguenza è che chi ne è colpito ripete continuamente le stesse cose , fa le stesse domande perché non ricorda assolutamente di averle già fatte magari un minuto prima .

    Per lo più essa è identificata alla stregua di un attacco ischemico transitorio(TIA) che colpisce i centri della memoria , ma questo non è assolutamente definito e potrebbero essere coinvolte nella sua patogenesi anche altre patologie come l’emicrania , un disturbo di flusso venoso o un episodio epilettico .

    Dati recenti suggeriscono che la vulnerabilità allo stress metabolico dei neuroni del Corno di Ammone giocherebbe un ruolo chiave nella cascata patofisiologica portando ad un indebolimento della funzione ippocampale nel corso dell’AGT.

    La sua incidenza oscilla tra i 3 e i 10 casi ogni 100000 persone ; colpisce per lo più la settima decade di vita ma non di rado la rile-viamo anche in cinquantenni .Nel 6-8% dei casi vi è ricorrenza .

    Tra i fattori di rischio ricordiamo in particolare l’emicrania ; solo in quelli con recidive troviamo in genere ispessimento o placche carotidee e patologie cardiache.

    Per la diagnosi si fa riferimento a : 1) forme pure di AGT  in cui non debbono esservi deficit neurologici di alcun tipo ; 2) forme vicine ai TIA  in cui vi sono in genere anche deficit neurologici : transitoria atassia, diplopia, debolezza di un lato etc.; 3) probabile amnesia epilettica.

    E’ stata descritta per la prima volta nel 1956 ma solo nel 1990 Hodges e Warlow definirono i criteri diagnostici tuttora vigenti : 1) vi deve essere qualche testimone ; 2) vi deve essere amnesia anterograda ( cioè relativa a tutto quanto avviene dopo l’inizio dell’attacco ); 3) la compromissione cognitiva è limitata all’amnesia ; 4) non vi deve essere riduzione di coscienza né dell’identità personale ; 5) non vi devono essere deficit neurologici oltre l’amnesia ; 6) non segni di crisi epilettica ; 7) l’attacco si deve risolvere entro le 24 ore ; 8) non vi devono essere stati traumi cranici recenti.Tra i fattori scatenanti ricordiamo stress emotivo o affaticamento fisico nelle ore precedenti l’insorgenza.

    Alla RMN in diffusione dopo 24-48 ore sono stati trovati alcuni casi di piccoli focolai di elevato segnale (1-3 mm) a livello delle cellule del Corno d’Ammone dell’ippocampo; altre ipotesi patofisiologiche tirerebbero in ballo la congestione venosa e la insufficienza valvolare della vena giugulare così da spiegare l’importanza dello sforzo fisico e quindi di una manovra di Valsalva involontaria .L’episodio generalmente si risolve in 4-8 ore e comunque al massimo entro le 24 spontaneamente.

    Il paziente deve essere oggetto di un atteggiamento comprensivo che tenda a rassicurarlo e non bisogna assolutamente far trapelare impazienza per il continuo ripetere delle stesse domande .

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