La ripresa della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale è associata a diminuzione della mortalità e a un esito funzionale favorevole
Il riavvio della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale (ICH) è associato a esiti favorevoli.
E’ stata condotta una meta-analisi di 3 studi riguardanti l’emorragia intracerebrale: RETRACE (German-wide Multicenter Analysis of Oral Anticoagulation-Associated ICH), MGH (Massachusetts General Hospital), ERICH (Ethnic/Racial Variations of ICH).
I ricercatori erano interessati a verificare l’effetto della sede dell’emorragia intracerebrale sugli esiti dopo la ripresa della terapia anticoagulante orale.
I casi di emorragia intracerebrale non-lobare e lobare sono stati separatamente analizzati utilizzando modelli multivariati (regressione di Cox).
Lo studio ha riguardato 641 casi di emorragia intracerebrale non-lobare e 386 casi in sede lobare.
Il 28% dei pazienti con emorragia intracerebrale non-lobare ha ripreso la terapia anticoagulante orale contro il 23% dei pazienti con emorragia lobare.
Il volume dell’emorragia intracerebrale, il punteggio CHADS2 e il punteggio HAS-BLED sono risultati associati alla reintroduzione della terapia sia nella emorragia con sede lobare sia in quella non-lobare (tutti P maggiore di 0.20).
Solo la scala mRS (modified Rankin Scale) alla dimissione nell’emorragia lobare era associata alla ripresa della terapia anticoagulante (P=0.011).
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che il riavvio dell’assunzione dell’anticoagulante orale nell’emorragia non-lobare era associato a una diminuzione della mortalità nelle analisi multivariate (hazard ratio, HR=0.22; IC 95%, 0.16-0.30; P inferiore a 0.0001) e a un miglior risultato funzionale (HR=5.12; IC 95%, 3.86-6.80; P inferiore a 0.0001) a 1 anno.
Dopo emorragia lobare, la ripresa dell’anticoagulante orale era anche associata a ridotta mortalità (HR=0.25; IC 95%, 0.17-0.38; P inferiore a 0.0001) e a un esito funzionale favorevole (HR=4,89; IC 95%, 3.25-7.36; P inferiore a 0. 0001).
È stata anche evidenziata la diminuzione del rischio di ictus ricorrente a 1 anno al riavvio della terapia anticoagulante orale sia nei soggetti che avevano sofferto di una emorragia in sede non-lobare (P=0.22) sia in sede lobare ( P=0.059). (Xagena2017
Fonte: International Stroke Conference, 2017
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